lunedì 15 aprile 2013

"Movimento" di Aldo Palazzeschi

parafrasi e commento di Mattia S.

Io vo... tu vai... si va...
Ma non chiedere dove
ti direbbero una bugia:
dove non si sa.
E è tanto bello quando uno va.
Io vo... tu vai... si va...
perché soltanto andare
in un mondo di ciechi
è la felicità.
        
                (da "Via delle cento stelle")
Aldo Palazzeschi nella poesia Movimento, sintetizza, in pochi e scarni versi la condizione del viaggiatore che non ha un luogo fisso, che si muove soltanto per un dinamismo quasi autoreferenziale, fine a se stesso, verso una meta evanescente, se non addirittura inesistente.
La condizione crepuscolare comune anche al Gozzano delle ultime battute de "La signorina Felicita", che vede la partenza come ricerca dell'esotico: "Oltre Marocco, ad isolette strane,/ ricche in essenze, in datteri, in banane", mantiene nel Palazzeschi di Movimento, la cifra stilistica dell'ironia declinata però in una funzione pedagogica, di istruzione.
Un bighellonare irrazionale e infantile che ha il carattere di un gioco esuberante, elemento caratterizzante della poesia di Palazzeschi che sottolinea l'equilibrio o (ancor meglio) il bilico tra Crepuscolarismo e Futurismo. Viene così giustificato il dinamismo quasi irrazionale del poeta che "va", come tutti ("si va..."), e che consiglia di "non chiedere dove" perché "dove non si sa", il "bello" è solo questo: "andare"; la meta non ha importanza e per giunta, si potrebbe ricevere in risposta una menzogna. In tono dissacrante conclude il componimento dicendo che in fondo tutti vanno "perché soltanto andare", solamente questo, attraverso "un mondo di ciechi", "è la felicità".


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